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Da una tradizione di sei generazioni della stessa famiglia nasce un prodotto moderno e innovativo, ed un servizio che cura meticolosamente le esigenze del cliente.

Storia

Le prime attrezzature dedicate alla fabbricazione di spazzole industriali furono costruite a partire dalla metà dell'800. Erano molto rudimentali, completamente in legno e ovviamente azionate a mano.

In quegli anni ...


Unità d'Italia - La prima seduta del Parlamento, a Torino nel 1861

Le attrezzature qui presentate, che sono tutte quelle che siamo riusciti a conservare, furono costruite tra il 1870 ca. e i primi del 1900. Con esse si fabbricavano vari tipi di spazzole e scope. I filamenti delle spazzole venivano montati a mano sulle assicelle di legno già forate, con un'operazione detta "cucitura". Un filo metallico o di canapa tratteneva i mazzetti sull'assicella. Questo metodo è ancora oggi utilizzato quando si vuole dare maggior garanzia di tenuta (ancoraggio) ai mazzetti.

Per la datazione di queste antiche macchine si è utilizzato il metodo spettrometrico applicato a piccoli campioni di legno analizzati in un laboratorio specializzato. Si tratta quindi di datazioni certe, con margine di errore di qualche anno.




Il certificato che tramite il metodo spettrometrico ha permesso di datare attorno al 1870 la macchina per mazzerini.

MACCHINA PER MAZZERINI

I mazzerini erano scopette doppio-coniche in trebbia legate con filo di ferro. Venivano utilizzati soprattutto in cucina per la pulizia di stoviglie ed accessori.

La macchina è costituita da un sedile, da un aspo per il filo metallico e da un freno per il bloccaggio dell'aspo. L'operatore teneva in mano la trebbia, ed attorno ad essa avvolgeva saldamente il filo metallico, rilasciando poi il freno per costruire un nuovo mazzerino - 1870 ca.


Boccole in legno di bosso

TRAPANO

Con questa macchina si eseguivano dei fori passanti conici sulle assicelle, poi il filamento veniva cucito su di esse.

Le punte erano forgiate a mano e con forma a cucchiaio. Esse venivano montate sul mandrino, mosso idraulicamente tramite una cinghia di cuoio. Il traverso del mandrino veniva regolato in altezza tramite le viti in legno.

Il comando a pedale consentiva l'utilizzo di entrambe le mani con aumento della produttività.

Le boccole su cui ruotava il mandrino del trapano spesso erano in legno di bosso, noto per la sua durezza, e fungevano da bronzine - 1880 ca.

MACCHINA PER SCOPE

Il rocchetto forato serviva per inserire il manico della scopa e legare la saggina (fibra vegetale) con filo di ferro. Per dare alla scopa la caratteristica forma a Ventaglio si usava una morsa sagomata. In questa posizione la scopa veniva fissata tramite cucitura con grossi aghi forgiati.




MORSA

È tutta in legno, compresa la grande vite. Veniva utilizzata soprattutto per l'incollaggio di assicelle in legno, per l'affilatura di utensili e per la pettinatura del crine di cavallo.


Questo pettine in ferro a denti larghi veniva utilizzato per la preparazione delle fibre vegetali prima della cucitura su assicella.
 


Questa trancia serviva per tagliare mazzi di filamenti , ma anche per "rasare" le spazzole. Dopo la cucitura ogni singola fila di mazzetti veniva tagliata a misura con la trancia.

 

Aghi a maniglia

Per spazzole più raffinate come quelle per abiti o per toletta la cucitura non passava da parte a parte ma veniva realizzata entro lo spessore dell'assicella. Per la cucitura era in questo caso utilizzato uno speciale ago, e la tecnica era detta "Crochet" - 1920 ca.


Dinamometro, utilizzato come pesa fino a 150 Kg.



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Tutti gli utensili erano forgiati a mano, dai cacciaviti agli scalpelli e punte per trapano. Queste avevano forma conica a cucchiaio. Il gambo a sezione quadrata facilitava il trascinamento nel mandrino.

 
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